(detto
il Veneràbile). Monaco e teologo francese. Avendo preso i
voti molto giovane, studiò nel monastero cluniacense di Sauxillanges,
presso Clermont-Ferrand. Passato alla sede centrale di Cluny nel 1109, fu
inviato dall'abate di allora come priore di uno dei monasteri dipendenti. Nel
1122 fu eletto abate di Cluny, ma poté assumere effettivamente la carica
solo nel 1126, alla morte di Porzio, suo predecessore e dimissionario, che
però si era opposto alla nuova elezione. L'attività di
P.
fu rivolta inizialmente alla riorganizzazione di Cluny e delle dipendenze (alla
sua morte il solo centro di Cluny contava 400 monaci e 2.000 monasteri
collegati), dando impulso anche alla costruzione della nuova basilica. Nel 1130,
durante lo scisma dell'antipapa Anacleto II, sostenne Innocenzo II e si
mostrò sempre rigorosamente ortodosso rispetto ai movimenti ereticali del
tempo (in particolare contrastò il diffondersi della dottrina di Pietro
di Bruys). Tuttavia fu in contrasto con Bernardo di Chiaravalle (fondatore dei
cistercensi) a proposito dell'interpretazione della regola benedettina e della
figura di Abelardo, di cui Bernardo fu oppositore e
P. amico, tanto da
ospitarlo anche dopo la condanna delle sue opere voluta dal Concilio di Sens del
1141. Tra le numerose opere che ci sono pervenute ricordiamo: i trattati
apologetici, quali
Tractatus contra petrobrusianos haereticos (1138),
Liber adversus iudaeorum inveteratam duritiem (1140),
Summa totius
haeresis saracenorum; diversi
Sermones e il trattato teologico
De
miraculis (intorno al 1150). Tuttavia è attraverso il suo
Epistolario (che include più di 200 lettere) che ci è
possibile ricostruire la figura di
P. in tutta la sua autorevolezza, come
interlocutore dei più illustri personaggi del tempo, sia in ambito
ecclesiale sia politico. Di grande valore sono il carteggio con san Bernardo e
la lettera in cui comunicò ad Eloisa la morte di Abelardo (Montboissier,
Alvernia 1092 circa - Cluny 1156).